Correzione di bozze tra eBook e libro di carta
Da piccola credevo che i testi fossero infallibili. Non mi ero mai fermata a pensare che potessero annidarsi degli errori, anche perché spesso ti viene inculcata l’idea che il libro non sbaglia mai. Crescendo mi è capitato di incontrare qualche refuso ed ecco che nasceva in me il dubbio, ricorrevo al dizionario e cerchiavo in rosso. Ma sempre con un certo distacco/timore: “Tu sei il libro e io posso solo limitarmi a leggerti”. Fu sconvolgente e fantastico scoprire che esisteva la figura del correttore di bozze. Da quel momento le mie cerchiatine in rosso divennero qualcosa di più e imparai a muovermi nel regno dei segni di correzione come un’escursionista che traccia simboli colorati lungo il percorso.
E ho imparato a prendere più confidenza con il libro, a interagire con lui come con una realtà viva e pulsante: il refuso non è una macchia, non è una colpa ma è segno della vita che è passata per quelle pagine. Questo, però, non deve giustificare il lassismo: i refusi vanno corretti e la fretta non è una buona consigliera. Per questo sono convinta che la figura del correttore non debba essere cancellata dalla fretta di pubblicare (e non lo dico solo perché la passione per questo mestiere “ancor non m’abbandona”).
Con gli eBook non si deve commettere l’errore di interpretare tutti i testi come degli instant book. Già troppo spesso questo errore viene commesso con la conversione (e così ci troviamo ad acquistare eBook realizzati in fretta e pieni di imperfezioni). La correzione di bozze è un diritto per ogni libro, aiuta il testo a prendere una forma ancor più compiuta. L’eBook permette di abolire i tempi della stampa tradizionale, ma non vedo perché debba essere abolita la correzione di bozze che è ben altra cosa. Facendo così si rischia solamente di pubblicare in fretta e male, irritando il lettore che si domanderà: “Ho acquistato un libro per doverne fare io la correzione?”.
Una paio di articoli interessanti sull’argomento:
– Massimo Gatta, Caccia all’errore!, Il Sole 24 ore (5 febbraio);
– Massimo Gatta, La perfezione perduta del libro, Il Sole 24 ore (5 febbraio).